i DAMMUSI di PANTELLERIA . Informazioni su Dammusi
Dammuso ( dammusu in lingua siciliana vuol dire tetto) è il nome dialettale di quella parte della casa storica modicana, palazzolese, buccherese, ed in generale dei Monti Iblei, costituita dall'originale grotta ampliata durante i secoli ed adibita generalmente a locale di servizio. Ma quando si parla di Dammuso tutti pensano alla casa classica, universalmente conosciuta, dell' isola di Pantelleria .
Il dammuso dei Monti Iblei
Il carsismo tipico di questa parte degli Iblei ha creato tutto un sistema di aggrottati che hanno favorito la creazione di piccoli villaggi delle popolazioni preistoriche. Le antiche popolazioni sicule si erano stabilite nel territorio ibleo già nell'VIII secolo a.C. scavando nuove grotte accanto a quelle naturali. Durante i secoli tali grotte sono state adibite dapprima a tombe, e poi di nuovo ad abitazioni. Con la dominazione araba le grotte sono state ampliate prima con delle costruzioni in legna e poi con delle definitive case in muratura a secco. Modica ne e' un tipico esempio in quanto questi aggrottamenti rappresentano il primo insediamento: le piccole abitazioni della parte storica della città conservano a tutt'oggi questa importante testimonianza del passato. Nella zona di Palazzolo Acreide, Buscemi, Buccheri, Ferla e Cassaro i dammusi sono diffusissimi e, se non costruiti sfruttando grotte esistenti, sono anche realizzati con archi a tutto sesto in pietra calcarea, a "foderare" la grotta o ad ampliarne la parte coperta.Il dammuso di Pantelleria
Questa abitazione specifica dell'isola di Pantelleria, risale al tempo dei fenici ed è stata via via modificata fino ai giorni nostri. I primi esemplari erano costruzioni fatte con pietre, pietra lavica locale, a secco e di forma quadrata oltre che di piccole dimensioni. Con l'avvento dei romani il tetto, fino ad allora piano, venne trasformato a cupola. Questa trasformazione è stata propedeutica per la costruzione delle cisterne per la raccolta dell'acqua. La forma a cupola, oltre a rendere il tetto più sicuro in quanto ad infiltrazioni d'acqua, consentiva di canalizzare la pioggia dentro le cisterne e quindi di creare grandi riserve d'acqua da usare durante la lunga e secca estate pantesca.A tal fine la superficie del tetto viene tutt'oggi trattata a calce:garantisce l'impermeabilizzazione e la pulizia Caratteristica comune di questi edifici rurali, sono i Giardini panteschi, costruzioni di soluzione tipica ed esclusiva di quest'isola. Costituiti da un'alta cinta muraria a base circolare e realizzata con pietre a secco. Tale costruzione permetteva alle specie coltivate nel suo interno, prevalentemente agrumi e/o alberi da frutta, di rimanere isolate e quindi protette dall'impeto dei venti. Ciò dimostra quanto gli antichi abitanti dell'isola tenessero in conto questo tipo di piante, quasi a considerarle numi tutelari della casa e dei suoi abitanti.
Pantelleria è un comune di 7.600 abitanti in provincia di Trapani. Il comune copre l'intera isola di Pantelleria. Si trova a 85 chilometri dalla Sicilia e a 70 dall'Africa. Il suo territorio è di origine vulcanica. Sono tuttora presenti molti fenomeni di vulcanesimo secondario, prevalentemente acque calde e fumi. L'ultima eruzione è avvenuta, nel 1891, sul pendio nord-occidentale, nella parte sommersa. Il territorio del comune va dal livello del mare ad una altezza di 836 metri sulla Montagna Grande. Il porto dell'isola permette il collegamento regolare con i porti di Trapani, Porto Empedocle e Mazara del Vallo. Pantelleria è collegata alla terraferma anche mediante voli di linea, essendo dotata di un aeroporto.
Aspetto e struttura dell'isola di PANTELLERIA Nota per la sua centralità nel Mar Mediterraneo, scalo intermedio tra Africa e Sicilia e caposaldo fondamentale per il commercio col Levante, Pantelleria, isola di origine vulcanica si caratterizza per la straordinaria singolarità del suo paesaggio in cui agli elementi naturali (colate laviche a blocchi, cale e faraglioni) si aggiungono i manufatti creati dall'uomo per vivere e raccogliere abbondanti ed unici raccolti agricoli; muri a secco (con la quadruplice funzione di spietrare il fondo, contenere il terreno, delimitare la proprietà fondiaria e proteggere dal vento); i Giardini panteschi (costruzioni cilindriche in muratura di pietra lavica a secco con la duplice funzione di proteggere gli agrumi dal vento e di controllare gli effetti micro-climatici per un giusto apporto di acqua alla pianta laddove l'isola ne è sprovvista), i dammusi (fabbricati rurali con spessi muri a secco, cubici, con tetti bianchi a cupola ed aperture ad arco a tutto sesto, atavici esempi di architettura bio-climatica). Pantelleria è detta anche isola del vento, in quanto i venti si fanno sentire notevolmente durante tutto l'anno, rendendo però l'isola fresca anche durante la torrida stagione estiva
Storia dell'isola di PANTELLERIA
Le popolazioni originarie di Pantelleria non provenivano dalla Sicilia, ma erano di origine iberica o iberico-ligure.La prima presenza umana sembra attestata al 5.000 avanti Cristo, ed è rimarcata dall'estrazione ed esportazione dell'ossidiana che si svolgeva nell'isola.Il primo insediamento degno di tale nome è il villaggio fortificato di Mursia, dell'Età del Bronzo (anno 2.000 circa). Dopo un considerevole lasso di tempo, durante cui l'isola rimase probabilmente disabitata, ie costruzioni di epoca punica, fra cui alcune cisterne, nonché tombe ed altri manufatti di terracotta. Il nome di Pantelleria deriva dal punico e pare significare "Figlia dei Venti". I Romani occuparono l'isola nel 255 a.C., la persero l'anno successivo, per poi rioccuparla nel 217 a.C.. Durante il periodo imperiale vi vennero esiliati importanti personaggi politici. Nel 700 la popolazione cristiana venne sterminata dagli Arabi, e nel 1123 fu conquistata dai Normanni di Ruggero I di Sicilia. Nel 1311 una flotta aragonese, al comando di Luigi di Requesens vi conseguì una notevole vittoria, e la sua famiglia ottenne il principato dell'isola fino al 1511, quando fu messa a fuoco dai turchi. Nel 1943, durante la II Guerra Mondiale, la conquista di Pantelleria fu ritenuta di importanza strategica dalla truppe alleate che si preparavano ad invadere la Sicilia, tanto che l'isola fu pesantemente bombardata dal mare e dal cielo, per preparare lo sbarco delle truppe, nell'ambito di un'operazione anfibia chiamata Operazione Corkscrew.
Economia dell'isola di PANTELLERIA L'economia dell'isola è basata sull'agricoltura specializzata della coltivazione della vite: famoso lo zibibbo, detto anche "moscato d'alessandria", vanto dell'isola e i vini dolci come il Moscato e il Passito. Pregiata la produzione e la conservazione del cappero, oggi a Indicazione Geografica Protetta e dell'uva essiccata. Fino a non molto tempo fa era noto l'allevamento di asini e di muli apprezzati in tutta Europa. Scarsamente praticata la pesca sono invece in crescente sviluppo le attività legate al turismo, specialmente estivo. L'isola è dotata di una buona ricettività alberghiera. La sua gastronomia rappresenta un'occasione unica per i numerosi piatti a base di pesce di cui l'isola è ricca. Particolarmente apprezzata la ricotta locale, e il formaggio fresco, tumma, sia dolce che salato.
FRAZIONI dell'isola di PANTELLERIA: Campobello, Khaddiuggia, Madonna delle Grazie, Buccuram, San Vito, Cufurá, San Michele, Bugeber, Khamma di Fuori, Sopra Gadir, Gadir, Contrada Venedise, Sciuvechi, Kamma, Scauri,Scauri Basso, Martingana, Tracino, Sibà, Villaggio Tre Pietre, Santa Chiara, Campobello, Balata dei Turchi, Garitte Karuscia, Karuscia, Reckhale
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Da una decina d’anni, Pantelleria, terra italiana più vicina all'Africa che all’Europa, ha iniziato a circolare con notevole frequenza su tutti i mezzi d’informazione, anche fuori dell’ambito nazionale.
Inizialmente è comparsa sui giornali per le assidue frequentazioni dei vari V.I.P. della moda, dello spettacolo, della politica, vedi i vari Armani, Sting, Depardieu, Ornella Muti, Fabrizio Ferri, la Boniver e molti altri ancora). Successivamente, e sempre con maggior frequenza, hanno iniziato a comparire sui giornali di moda e d'architettura d'interni, servizi fotografici sulle 'case di vacanza' di molti di questi personaggi, tutte bellissime e nascoste, lussureggianti di fiori e piante grasse, e sparse un po' dappertutto sull'isola. Infine, le varie televisioni hanno mostrato, più volte e sotto vari punti di vista, le peculiarità, incredibili per certi versi e tutte affascinanti, della storia, dell’archeologia, dell’architettura e delle risorse culturali e sociali di quest’isola veramente unica. Chi ha seguito questa 'escalation' di interesse, o si è affrettato a "venire a vedere" se tutto quanto letto e visto alla televisione è proprio vero, o vorrebbe farlo in un futuro non lontano. Per questa ragione ho voluto buttar giù qualche "appunto di viaggio" filtrato attraverso l'ottica di uno che ormai , dopo dodici anni di frequentazione nell'arco di tutte le stagioni, non si considera più un "turista" ma un "quasi abitante" o "pantesco" come si chiamano gli abitanti di Pantelleria.
Per prima cosa: arrivare a Pantelleria è disagevole e non proprio semplice, soggiornarvi può esserlo; chi supera il primo impatto, però, non vorrebbe più ripartire. Ho visto molti spargere qualche lacrima, alla partenza. Risparmi i suoi soldi chi cerca divertimento, animazione, spiagge, ozio! Infatti, a meno che non si voglia scegliere un soggiorno in uno dei due attrezzatissimi complessi esistenti sull’isola, che organizzano vacanze tipo "Club Mediterraneé", la permanenza nell'isola è faticosa ed intensa: il mare bisogna raggiungerlo e conquistarselo, spesso a piedi, le strade sono tutte a saliscendi, il vento è una costante e ti disturba , il sole è cocente. Potrei dilungarmi ancora sui lati "scomodi", lo faccio sempre con chi mi chiede dell'isola, anche perchè anch'io ebbi, undici anni fa un primo impatto negativo; ma subito dopo, superata la stanchezza del viaggio e lo stress della prima sistemazione, il turista "intelligente" coglie immediatamente i primi messaggi positivi: la quiete, come prima cosa, ancor più se in primavera o in autunno; i colori, come seconda,dal rosa delle bouganvillee alle varie tonalità dell’ibiscus, rosso, bianco, giallo, viola, al verde della macchia mediterranea; e poi i profumi (la zagara, il limone il rosmarino, i profumi dell’uva zibibbo appena raccolta) e i sapori, gustati nelle varie trattorie dell’isola, non tantissime in verità ma tutte fantastiche. Tutto ciò può ben considerarsi, in verità, un "preliminare" al vero piacere di una vacanza con la "V" maiuscola. A parte questo, però, devo confessare che, nel mio caso, il colpo di fulmine colpì all’imbrunire, col sole da poco completamente scomparso in mare: al primo buio e quindi al primo accendersi dei lampioni lungo le stradine dell’isola, il paesaggio già di per sè molto coinvolgente, cambia completamente. La prima volta che mi trovai in tale situazione, (ma ancor oggi la cosa si ripete )ebbi l’impressione di immergermi in un enorme presepe vivente: le montagne, le stradine, le lucine nelle case, le palme, i muretti a secco, gli asini, le pecore, i pastori, le grotte.......e soprattutto le case , o meglio le cupole arabeggianti delle case. Fu allora che mi imbattei per la prima volta nel dammuso, la "casa" originaria, autoctona di Pantelleria, che esiste soltanto a Pantelleria. | |